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Fisherman’s Bastion

Fisherman’s Bastion

Fisherman’s Bastion o l’ossessione destituita.

Il desiderio irrealizzato, premessa stilistica di una forma votiva impermanente e plastica, anima il fondo di questa solitudine acusmatica quasi presente. In costante metamorfosi, non smette mai di affermare il suo indistruttibile riferimento a quello che è l’elemento fantasma: l’imitazione ipnagogica di un originale perduto e irrilevante. In questa magia per somiglianza, il funzionamento psichico rimuove ogni materiale del desiderio, destituendone, infine, l’ossessione.

Non già nella vicinanza al dato immediatamente compromesso, ma nel progressivo allontanamento da esso risiedono il disvalore e la natura specifica del linguaggio come dell’attività artistica. Questa distanza della esistenza immaginata e dell’esperienza vestigialmente vissuta è la condizione della perspicuità e della consapevolezza del linguaggio e delle sua patologie. Questo comincia soltanto là dove cessa il rapporto diretto con l’impressione sensibile e con l’emozione sensibile.

L’intera umanità è eternamente schizofrenica. Forse esiste un comportamento nei confronti delle immagini acustiche della memoria che può essere definito ontogeneticamente originario e primitivo, benché rimanga secondario. In uno stadio successivo, l’immagine acustica della memoria non scatena un movimento riflesso pratico immediato, sia esso di natura religiosa o aggressiva. Ma le immagini acustiche della memoria sono ormai consciamente immagazzinate sotto forma di raffigurazioni o segni. Tra queste due fasi si situa Fisherman’s Bastion, un corpo opaco residuale che possiamo definire come destituzione marginale del pensiero simbolico, disorientato in una quiete spaventosamente sprofondata in se stessa, senza vertigine.

Materiali: Georges Didi-Huberman, Ernst Cassirer, Aby Warburg

Colonna Sonora: Dj Funk, Houz’mon, Heinrich Schutz

 

credits

released October 9, 2015